bdsm
La casa in Liguria - 2
di Ubbidiente_69
30.08.2022 |
1.353 |
7
"Bene, titarella sia!
Stare al sole mi scalda e mi piace da morire..."
Il pomeriggio scorre languido. Lui è indaffarato e si è svuotato per benino. Io... ho una voglia che mi divora!Un paio di offerte che non vengono raccolte, così decido di andare in spiaggia. La casa è a circa 15 min a piedi dal mare. Prendo un telo e vado.
Il posto lo conosco, spiaggia libera, poco affollata quel giorno, bene. Metto il telo in disparte, vicino a me un paio di gruppetti con alcune ragazze in topless. Ottimo, così sarò una delle tante e nessuno mi romperà le palle. Via il copricostume, via il reggiseno, mi stendo e slaccio i lembi del perizoma. Il Padrone tollera solola strisciolina non abbronzata sul pube, ma il resto deve essere tutto abbronzato. Bene, titarella sia!
Stare al sole mi scalda e mi piace da morire... Riesco a rilassarmi e a non pensare a nulla. Un whattsapp del Padrone mi desta dal torpore. Vuole sapere che faccio, in risposta mando qualche foto. Le prime innocenti del viso, ma poi le richieste si fanno più spinte ed eccitanti... Maledetta me, così finisce che mi eccito, e il costume bianco è pericoloso... Per fortuna deve lasciarmi.
Col passare del tempo la spiaggia si svuota; complice delle brutte nuvole all'orizzonte rimaniamo in pochi. E' tempo di un bel bagno! Mi sollevo e mi lego il perizoma e in quel momento mi accorgo che un paio di ragazze, sulla ventina direi, mi guardano. Incrocio lo sguardo di una che con un sorrisetto imbarazzato, distoglie lo sguardo. Non sono lesbica, ma quell'attenzione dedicatami e quel gesto pudico mi colpiscono. Entro in acqua vicino a loro e mentre cammino faccio attenzione a far danzare le mammelle. Acqua piacevolmente calda, ottimo! Nuoto fino ad una piattaforma, salgo e mi siedo a guardare la riva. Le due ragazze stanno entrando in acqua e si dirigono verso di me. Quando sono a qualche metro si fermano a riposare e così le invito a salire. Parliamo un poco, qualche tuffo, prendiamo l'ultimo sole che fa capolino; qualche occhiatina delle due ragazze, qualche sfioramento ai capezzoli, ma tutto finisce con il salutarsi e darsi un appuntamento ai giorni successivi.
E' ora di tornare e di raccontare al mio muratore il pomeriggio, soprattutto la fine giornata! Apro il cancello passo la siepe che nasconde la casa e lo vedo seduto sulla sdraio che beve una birra, nudo a gambe larghe, rivolto verso di me che si tiene il cazzo duro in mano e se lo sega con lentezza. Mi avvicino, i suoi occhi sui miei mentre io ammiro il suo pezzo di carne. "Finalmente qui, puttana. Spogliati!". Rimango immobile e lo provoco: "non vuoi sapere chi ho conosciuto in spiaggia?". Si alza, prende una seconda bottiglia di birra e si avvicina. Un forte schiaffo sul seno, seguito subito da un secondo manrovescio. Sono resistente, ma sono davvero schiaffi forti, barcollo. Senza dire una parola posa le bottiglie e prende un asse lungo mezzo metro e largo almeno una spanna. Mi porto le braccia a coprire i seni, così mi colpisce di fianco sulla coscia... Dio che male! trattengo a stento un urlo. Istintivamente abbasso le mani per lenire il dolore, e così lascio le mammelle indifese. E' rapido e colpisce. L'asse affonda nella carne morbida. Dal nulla compare nella sua mano una corda. "Allora puttana, ci sono due modi. Ti metti nuda da sola, oppure ti lego e ti tolgo i vestiti a frustate". Sento quello che dice, ma la risposta non è immediata come avrei voluto e come lui desiderava. Un colpo, fortissimo, sulla spalla. Poi un secondo e un terzo, nello stesso punto. Nel tentativo di sottrarmi il tacco dei sandali si incastra e rovino a terra. Mi gira a pancia in giùe con un piede mi blocca. "Vedo che vuoi essere spogliata. Bene lurida troia, facciamo come vuoi". Mi torce un braccio dietro la schiena e avvolge la corda, poi lo stesso con l'altro braccio; sono legata all'altezza dei gomiti. Conosco quella posizione, molto bene, so che i seni sono esposti e indifesi. Mi solleva di peso e mi mette in ginocchio e la ghiaia aguzza si fa subito sentire. Con l'asse ancora in mano si piazza davanti a me, il suo pene durissimo è a pochi cm dal mio viso. Lo strofina prima sulla fronte, poi scende sugli occhi, sulle guance. Lo passa sulle labbra, che socchiudo per accoglierlo, ma passa oltre. Adesso ho tutta l'asta sul viso, bacio le palle, le prendo in bocca... Si scosta ancora, penso che voglia mettermi la cappella in bocca, finalmente... invece punta il cazzo sulla fronte e dopo pochi secondi sento il piscio caldo che mi inonda, mi infradicia i capelli e scende a lordarmi il vestito. Smette, con una mano mi apre la palpebra... mi piscia nell'occhio... brucia da morire. Abbasso la testa...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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